Il simbolo è la radice di ogni linguaggio. Ogni identità ha bisogno di un’immagine che la rispecchi, persona o oggetto, tutti meritano un vestito adeguato.

«Il mondo è una interminabile sfilata di simboli».
(John Gardner)

Le fotografie sono i miei ricordi alienati. Colgono solo un frammento del reale, fissandolo in un’eterna, estranea immobilità. Mentre la memoria sfuma i contorni di volti e momenti, le immagini creano una memoria stabile, per quanto imperfetta, lucida, per quanto alienata. Le fotografie diventano la droga alla quale la memoria non può più fare a meno. Estensione di ricordi che lentamente ci abbandonano.

Tracciare segni è un istinto atavico, che la società moderna ha trasformato in desiderio infantile. Nella vita adulta si lascia poco spazio a questa forma d’arte poichè essa ci mette in contatto con l’inconscio e la parte meno razionale del nostro cervello. Disegnare è un atto pericoloso, altera la nostra relazione con la realtà che ci circonda, demolendo i confini prestabiliti e sovvertendo le categorie spazio temporali.