Clochard - fotografia di Michela Chessa

Flânerie

Il passeggiare, perdendosi tra le vie di città note, che ad ogni passo diventano sempre più sconosciute. Perdersi, senza provare la sensazione spiacevole di aver sbagliato strada, il panico che segue la perdita dei punti di riferimento, ma anzi godere dell’epifania di ogni nuovo scorcio. Chi è in grado di osservare non si sente fuori posto, né spaesato, scivola attraverso le vie e si fa liquido. Il regno del flâneur, come scriveva Charles Baudelaire, nella raccolta di saggi Il pittore della vita moderna, è la folla.

 

La folla è il suo regno, come l’aria è il regno degli uccelli, e l’acqua è quello dei pesci. La sua passione e professione è sposare la folla. Per il perfetto flâneur , per l’osservatore appassionato, è causa d’immenso godimento prendere dimora nel numero, in ciò che fluttua e si muove, è fuggitivo o infinito. Essere fuori casa e sentirsi dappertutto a casa propria; vedere il mondo, esserne al centro e rimanergli nascosto: ecco alcuni dei più comuni piaceri di questi spiriti indipendenti, appassionati, imparziali, che la lingua fatica a definire.

Charles Baudelaire
Lo spirito del flâneur non è dissimile da quello del fotografo, che si smarrisce attraverso la città, lasciandosi catturare dai suoi dettagli, dalla folla che la abita, dal destino di monumenti e palazzi, che il cittadino moderno, nella sua fretta, non riesce a godere pienamente.

Michela