Ballo da sola - foto di Michela Chessa

(Mor)bo

Come malattia indipendente dall’ (affetto),
febbricitante attraversi il mio ordine
perentorio, sistemico, atomico.

L’affezione alligna tra le costole
e contagia ogni fibra, ogni dazio,
gli alti muri della fortezza
che crepitano, sobbalzano.

Del morbo solo il sintomo peggiore
tinge di rosso ogni sanità,
senza il ristoro della cura,
la vocazione al possesso
fitofarmaco che irreggimenta,
fa avvizzire, brucia
ogni proposito, in(tento).

Ma ogni linea di fuga
mi riporta al punto improprio
l’ancoraggio della mia
solitudine infallibile
che danza tra le onde.


Michela Chessa – dalla raccolta “Nottivaga