L'odore delle viole foto Michela Chessa

L’odore delle viole

Saranno questi libri da leggere, queste indifferenze d’inchiostro sputate sulla meraviglia, saranno le piccole gioie del non pensiero, gli occhi che ti afferrano e non trovano smentite.

Dove c’era un’ombra ora ci sono piccole viole, profumano ed attirano, ne puoi cogliere e risorgono, dalle ceneri risorgono come ricordi mal seppelliti.

Sarà che ad osservare dal basso è rimasta solo la Noia, ma gli occhi della Noia sono buchi di luce dai quali filtrano simulacri che si ripetono all’infinito, io sono solo uno schermo bianco da proiezione. Sarà che solo per me sono qualcosa di diverso da carne, pelle e membrane.

E allora scelgo di essere per me soltanto.

Mentre la folla cammina e si ritaglia il suo minuscolo spazio asfissiante.

Mentre la nausea travolge e muta gli orizzonti prestabiliti.

Ci sono occhi per me e bocche per voi, ci sono mani che si allungano a cercarti, mani che vorresti accarezzassero il pensiero di te, invece che carne avvelenata e indocile.

Sarà che ho bisogno di altri occhi per osservare ciò che ormai ho disimparato a vedere.

E l’odore delle viole, io non lo ricordo più.

Martedì 10 maggio 2011

Michela Chessa – dalla raccolta “Nottivaga