Solitudini vissute in due - foto di Michela Chessa

In Collisione

Ci lanciamo gli uni contro gli altri
A velocità differenti
Per trovarci poi a soppesare i danni
Le ammaccature ed i graffi
Che ci rendono spessa la pelle
Conglomerati di rottami.

Quasi(il)modo
Di allenarsi all’assenza
Lo trova chi non si arresta
Si volta, rincorre
L’idea di una solitudine
Diversa, inversa, doppia.

La perfetta pirotecnica
Di un’emozione quantica
La bruciatura in grado
Di attraversare il derma
Versandosi in vena.

E da lì fiume in piena
Verso il delta
L’ alfa, beta, gamma
Di colori che brami
Sentire ancora.
Verso la foce,
Lasciarsi portare
Dalla corrente, senza livore
Come un triangolo di vetro,
In cui si specchia il mare.

 

Michela Chessa – dalla raccolta “Nottivaga